Ti sarà capitato di scegliere un vino DOCG per un regalo, pensando che quella dicitura fosse sinonimo di qualità. E in linea di massima avevi ragione. Ma sai cosa significa?
Quando esploriamo il vasto e variegato mondo del vino italiano, ci imbattiamo spesso in sigle come DOC, DOCG e IGP. Queste sigle non sono semplici etichette, ma indicazioni chiave che ci aiutano a comprendere la qualità, l’origine e le metodologie di produzione dei vini. Vediamo di cosa si tratta, spiegando la loro importanza attraverso una “piramide” che rappresenta i diversi livelli di qualità e prestigio nel settore vinicolo.
La cosa importante da tenere presente è che tutte queste diciture hanno a che fare con la provenienza geografica del vino: non basta un vitigno per fare un buon vino, è fondamentale anche il terroir. La legge italiana (ma in verità tutti i paesi che hanno regolamentato la produzione vitivinicola) hanno deciso di prendere questo come primo elemento fondamentale per stabilire la qualità di un vino.
La base della piramide: IGP
Iniziamo dalla base della piramide con l’IGP, che sta per “Indicazione Geografica Protetta”. Questa è la denominazione più ampia e meno restrittiva tra le tre. I vini IGP devono provenire da una regione specifica e alcune delle loro caratteristiche devono essere legate all’ambiente geografico. Tuttavia, le regole sulla produzione e sulle varietà di uva sono meno rigide rispetto alle denominazioni superiori.
Importanza: I vini IGP sono ottimi per esplorare prodotti innovativi che mantengono un legame con la loro regione di origine. Rappresentano una scelta eccellente per chi desidera sperimentare varietà e stili diversi. Inoltre, se per un vino DOCG è sempre vero che rappresenta un livello alto di qualità, non è vero il contrario: IGP non è sinonimo di vino non buono, o di qualità scarsa. Ci sono esempi di IGP di grande pregio!
Due esempi di vino IGP:
- Toscana IGP: Questo è un esempio famoso di vino IGP. I vini Toscana IGP possono essere prodotti con una varietà di uve e stili, offrendo una vasta gamma di sapori e profili. Questi vini riflettono la diversità e l’innovazione della regione toscana.
- Terre siciliane IGP: Un altro esempio popolare, il Sicilia IGP è noto per la sua varietà di vini rossi e bianchi, spesso prodotti con uve autoctone della Sicilia, che esprimono pienamente il terroir dell’isola.
Il Livello Intermedio: DOC
Proseguendo verso l’alto nella piramide troviamo i vini DOC, ovvero “Denominazione di Origine Controllata”. I vini DOC devono essere prodotti in aree geografiche specifiche, seguendo regole dettagliate che riguardano la produzione. Queste normative sono più restrittive rispetto a quelle per i vini IGP e garantiscono una maggiore uniformità di qualità e stile.
Importanza: I vini DOC offrono una garanzia di qualità e di origine, rappresentando i caratteri tipici di una particolare regione. Sono ideali per chi cerca autenticità e un forte legame territoriale.
Due esempi di vino DOC:
- Valpolicella DOC: Questo vino rosso proviene dalla regione del Veneto e rappresenta una delle DOC più famose d’Italia. I vini Valpolicella sono conosciuti per il loro corpo leggero e i sapori fruttati, principalmente prodotti con un blend di uve locali come Corvina, Rondinella e Molinara.
- Soave DOC: Proveniente dalla regione del Veneto, il Soave è un vino bianco noto per il suo profumo delicato e il gusto fresco. È principalmente prodotto con uva Garganega, secondo le norme stabilite per la denominazione Soave DOC.
La Cima della Piramide: il vino DOCG
Alla cima della piramide troviamo la DOCG, “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”, la classificazione più alta per i vini italiani. I criteri per ottenere la DOCG sono ancora più severi: il vino deve provenire da una ristretta area geografica e soddisfare standard di produzione molto elevati. Ogni bottiglia di vino DOCG è numerata e certificata per garantire la massima qualità.
Importanza: Il vino DOCG rappresentano l’eccellenza nel mondo del vino italiano. Scegliere un DOCG significa optare per un vino che non solo ha una provenienza geografica precisa, ma che è anche prodotto seguendo i più alti standard di qualità.
Due esempi di vino DOCG
- Barolo DOCG: Il Barolo, proveniente dal Piemonte, è uno dei vini rossi più prestigiosi d’Italia. Conosciuto come “il re dei vini”, è prodotto esclusivamente con uva Nebbiolo e deve invecchiare almeno tre anni, di cui due in botti di legno.
- Brunello di Montalcino DOCG: Questo vino rosso è prodotto nella regione della Toscana e deve essere fatto al 100% con uva Sangiovese. Il Brunello di Montalcino è rinomato per la sua ricchezza, la sua profondità di sapore e il suo potenziale di invecchiamento.
Ma allora cosa sono i vini DOP?
DOP significa denominazione di origine protetta: questa sigla è nata nel 2008, quando l’Unione Europea ha deciso di legiferare in materia e ha voluto semplificare il panorama delle denominazioni. In effetti sotto la voce DOP possiamo includere sia un vino DOCG sia un DOC, mentre IGP rimane una denominazione a se stante.
Conclusione
La comprensione di queste tre categorie – IGP, DOC e DOCG – ci permette di navigare meglio nel panorama vinicolo italiano e di fare scelte informate in base alle nostre preferenze. Che tu stia cercando un vino innovativo, un prodotto autentico e legato al territorio, o un vino di eccellenza assoluta, la piramide dei vini offre un sistema chiaro e strutturato per guidare la tua selezione.